Sul concetto di e-Government si è già detto in un precedente articolo (premere qui per leggerlo), cui si rimanda. Ciò che qui giova evidenziare è che con l’espressione “e-Government” ci si riferisce abitualmente all’utilizzo degli strumenti informatici e telematici finalizzati a migliorare la gestione interna ed esterna della pubblica amministrazione nonché favorire l’erogazione di servizi ed informazioni ai cittadini e alle imprese.
Anche sulla gestione degli open data nella Pubblica Amministrazione si è precedentemente detto (premere qui per leggere), ed allora è giunto il momento di analizzare quel modello secondo cui i governi e le amministrazioni pubbliche devono essere trasparenti a tutti i livelli, e le loro attività aperte e disponibili per favorire azioni maggiormente efficaci e garantire il controllo pubblico mediante le tecnologie informatiche: l’Open Government.
Ora, di tali concetti se ne può trovare traccia già addirittura nel secolo scorso, andando ad esempio a scomodare l’Onorevole Filippo Turati, che in occasione di un discorso tenuto presso la Camera dei Deputati nel 1908, coniò la metafora secondo cui la Pubblica Amministrazione deve essere come una “Casa di Vetro”:
Dove un superiore pubblico interesse non imponga un momentaneo segreto, la casa dell’amministrazione dovrebbe essere di vetro”.
L’avvento e lo sviluppo delle nuove tecnologie ha evidentemente facilitato la possibilità di controllo da parte dei cittadini, non è un caso infatti che il modello di Open Government trovi origine proprio negli Stati Uniti, grazie ad atti come il Memorandum on Transparency and Open Government del 21 gennaio 2009 e l’Open Government Directive, dell’8 dicembre 2009, nei quali sono stati stabiliti i principi di trasparenza, partecipazione e collaborazione come fondamentali per il buon governo e hanno promosso l’uso delle tecnologie digitali per rendere i dati governativi più accessibili e riutilizzabili.
Contemporaneamente in Europa grazie alla Open Declaration on European public Services del 2009 si sono cominciate a delineare una serie di piani d’azione e strategie , sfociate nella Open Government Partnership, cui partecipa anche l’Italia.
L’Open Governemnt si caratterizza quindi per l’utilizzo esteso e integrato delle tecnologie informatiche e per la centralità attribuita ai cittadini, cui devono essere garantiti pieno accesso al patrimonio informativo pubblico e la partecipazione consapevole e informata all’azione delle amministrazioni, e si fonda su tre pilastri:
- la trasparenza, che favorisce l’accountability delle amministrazioni pubbliche;
- la partecipazione, che consente ai cittadini di fornire il proprio apporto di conoscenze, idee ed esperienze per il miglioramento delle politiche pubbliche;
- la collaborazione, ossia la cooperazione tra i diversi livelli di governo e gli attori privati.
Uno degli strumenti più significativi dell’Open Government, come abbiamo visto in un precedente contributo (premere qui per leggerlo) è certamente costituito dagli open data, ossia quella particolare tipologia di dati resi disponibili, con precise caratteristiche tecniche e normative, per essere liberamente riutilizzati e ridistribuiti da chiunque, in qualsiasi momento e ovunque.
Open Government Data
L’Open Government Data (letteralmente: dati aperti dei governi) è una modalità di pubblicazione dei dati (intesi quale insieme delle informazioni del settore pubblico), in formati aperti in modo tale che gli stessi possano essere riutilizzati e condivisi liberamente. Principio chiave dell’open data è difatti quello dell’uso e riuso dei dati.
L’open data nacque per motivi di trasparenza ma ad essa deve essere riconosciuto il preminente e non trascurabile risvolto economico nell’attuale società dell’informazione. Questa consapevolezza è stata coronata facendo diventare l’open data uno dei pilastri dell’agenda digitale italiana.
Si è compresa la potente arma rappresentata dagli open data ai fini dello sviluppo e crescita del Paese in quanto mezzo per creare nuova economia e nuova conoscenza, tant’è che hanno trovato la loro disciplina (e definizione) nel Codice dell’Amministrazione Digitale.
Ma non solo. L’Open Government Data trova infatti sostegno nel concetto di data altruism, ossia l’idea che i dati siano un bene della collettività ed in quanto tale deve rimanere alla collettività. Ora, ben si può comprendere che questa tesi, qualora trovasse compiuta applicazione pratica, sarebbe un potente strumento idoneo a controbilanciare il potere delle big tech alle quali i dati sono stati ceduti dai singoli, inconsapevoli dell’importanza e valore degli stessi.
FOIA – Accesso civico generalizzato
La spinta verso l’open data ha trovato però nel nostro ordinamento un ostacolo di non poca rilevanza nell’accesso civico generalizzato introdotto con il D.Lgs. 97/2016 che si aggiungeva alle altre due ipotesi di accesso ai dati della P.A. Nello specifico, mediante accesso civico generalizzato, oggi chiunque, senza motivi di legittimità, può chiedere alla P.A. dati detenuti dalla stessa e ulteriori rispetto a quelli pubblicati (in formato digitale e aperto), con l’unico limite che le informazioni in possesso della P.A. non comportino interessi pubblici o privati, indicati dalla legge.
Ciò ha quindi in un certo senso comportato uno svuotamento del significato di open data poiché mancando una normativa prescrittiva in tema di open data, l’attività di pubblicazione del dato si è spostata sull’accesso civico generalizzato sostenuto da una normativa rigorosa che prevede anche la decurtazione dello stipendio del dirigente nel caso di mancata risposta alla richiesta di accesso.
Il principio cardine della normativa FOIA è, dunque, la tutela preferenziale dell’interesse conoscitivo della società: le amministrazioni devono, infatti, dare la prevalenza al diritto dei cittadini di accedere alle informazioni possedute dalla Pubblica Amministrazione.
Una doverosa riflessione in tema di privacy
Non vi è dubbio che l’e-Government sia uno strumento che possa rendere l’amministrazione più rapida, efficiente e trasparente. Ma bisogna essere assolutamente certi che quella stessa amministrazione non usi impropriamente quei dati che i singoli cittadini consegnano quando accedono alla P.A. on-line. E’ di palmare evidenza come nel web ciascun utente lasci delle tracce, dei dati. La corretta gestione di tali dati, la privacy tout court, diviene quindi un requisito fondamentale di tale sistema, senza il quale il sistema stesso diventa inefficiente, e finisce così per essere sottoutilizzato.
Un problema che affligge la Pubblica Amministrazione al giorno d’oggi è la mancanza di una chiara distinzione tra dati trasparenti e dati riservati. Troppo spesso, infatti, per dimostrare di essere “trasparente”, la P.A. pubblica sul portale amministrazione trasparente una serie di dati che, invece, dovrebbero essere protetti, come dati personali e dati particolari. Questa pratica, oltre a violare la normativa sulla privacy, espone i cittadini a possibili abusi e frodi da parte di terzi.
Per approfondire:
- E. Carloni, L'amministrazione aperta. Regole strumenti limiti dell'open gobernment, Roma, 2014; - F. Di Donato, Lo stato trasparente. Linked open data e cittadianza attiva, Roma, 2011; - F. Faini, La strada maestra dell'open government: presupposti, obiettivi, strumenti, in Ciberspazio e Diritto, 2/2013; - D.U. Galetta, Open Government, Open Data e azione amministrativa, in Istituzioni del Federalismo, 3/2019; - D. Lathrop, L. Ruma (a cura di), Open government: Collaboration, Transparency, and Participation In Practice, Sebastopol, 2010; - B. Coccagna, G. Ziccardi, Open data, trasparenza elettronica e codice aperto, in M. Durante, U. Pagallo (a cura di), Manuale di informatica giuridica e diritto delle nuove tecnologie, Torino, 2012; - V. Paganelli, Accesso, accessibilità, Open Data. Il modello italiano di Open Data pubblico nel contesto europeo, in Giornale di storia costituzionale, 31/2016; - C. Colapietro, La "terza generazione" della trasparenza amministrativa. Dall'accesso documentale all'accesso generalizzato, passando per l'accesso civico, Napoli, 2016; - A. Ferrarini, Manuale operativo sull'accesso civico generalizzato, Roma, 2018; - A. Iannuzzi, L'evoluzione della trasparenza amministrativa nell'ordinamento italiano. L?accesso civico generalizzato e le sue eccezioni: normativa, dottrina e giurisprudenza, Napoli, 2019.
Nicola Nappi
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