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Obbligo di alfabetizzazione in materia di Intelligenza Artificiale: cosa cambia dal 2025

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Dal 2 febbraio 2025 è in vigore un nuovo obbligo per fornitori e operatori di sistemi di intelligenza artificiale in tutta l’Unione Europea: garantire un adeguato livello di alfabetizzazione in materia di intelligenza artificiale per il proprio personale e per tutte le figure coinvolte nel funzionamento dei sistemi.

Un cambiamento strutturale, che impatta non solo le aziende tecnologiche ma anche ogni organizzazione che utilizzi, direttamente o indirettamente, sistemi di intelligenza artificiale.


Che cos’è l’alfabetizzazione in materia di IA secondo la legge europea

Secondo l’articolo 3, punto 56 del Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, l’alfabetizzazione in materia di intelligenza artificiale comprende le competenze, conoscenze e consapevolezze necessarie per un utilizzo informato, responsabile e sicuro dei sistemi di intelligenza artificiale.
Essa implica una comprensione dei rischi, delle opportunità e delle implicazioni legali ed etiche che l’intelligenza artificiale comporta.


Un obbligo giuridico sostanziale: l’articolo 4 dell’AI Act

L’articolo 4 del Regolamento UE impone a fornitori e operatori di adottare misure proattive per formare e sensibilizzare il proprio personale e ogni soggetto che interagisce con i sistemi di intelligenza artificiale per conto dell’organizzazione.
Non si tratta di una facoltà, bensì di un obbligo normativo, anche se non impone standard rigidi. La norma valorizza un approccio flessibile e contestualizzato, ma richiede che l’alfabetizzazione sia documentata e dimostrabile in caso di controlli.


Chi rientra nell’ambito dell’obbligo

Oltre ai dipendenti, il regolamento si estende a figure terze quali:

  • appaltatori e fornitori di servizi;
  • consulenti esterni;
  • clienti coinvolti nel funzionamento del sistema.

Tutti devono possedere un livello adeguato di conoscenza sull’intelligenza artificiale rispetto ai rischi connessi al sistema utilizzato.


Contenuti minimi richiesti per la compliance

Per conformarsi all’articolo 4, ogni organizzazione dovrebbe almeno:

  • garantire una conoscenza generale dell’intelligenza artificiale, della sua logica di funzionamento e del ruolo dell’organizzazione (fornitore o operatore);
  • identificare i rischi concreti legati ai sistemi impiegati;
  • adattare la formazione al livello tecnico del personale e al contesto operativo del sistema di intelligenza artificiale;
  • integrare profili giuridici ed etici, affinché le competenze includano anche aspetti di responsabilità e governance.

L’approccio deve essere dinamico, scalabile e orientato al rischio.


Formazione obbligatoria? Sì, ma senza rigidi formalismi

L’articolo 4 non impone l’adozione di uno specifico formato di formazione, ma rigetta l’idea che bastino le istruzioni d’uso o linee guida generiche.
La formazione deve essere calibrata in base al ruolo, al sistema e al rischio, con percorsi differenziati tra tecnici, amministrativi, legali o manager.


Obbligo già vigente e sanzioni possibili

La disposizione è già in vigore dal 2 febbraio 2025, ma le attività di sorveglianza e controllo partiranno dal 3 agosto 2026, data entro cui gli Stati membri dovranno designare le autorità nazionali di vigilanza.

Le sanzioni sono previste in caso di inadempienza, specialmente se collegata a incidenti o danni derivanti da carenza formativa. Il regime sanzionatorio sarà fondato sul principio di proporzionalità e terrà conto della gravità, intenzionalità e recidiva della violazione.


Obblighi anche per i fornitori extra-UE

Il Regolamento si applica a tutti i sistemi intelligenza artificiale immessi sul mercato o utilizzati nell’Unione, indipendentemente dal luogo di stabilimento del fornitore.
Anche soggetti extra-europei devono garantire l’alfabetizzazione del personale, se i loro sistemi incidono su utenti nell’UE.


Il ruolo dell’Ufficio per l’intelligenza artificiale e gli strumenti disponibili

L’Ufficio europeo per l’intelligenza artificiale non impone strutture rigide, ma pubblica orientamenti e gestisce un “repertorio vivente” di pratiche e modelli formativi.
Sono già disponibili:

  • pacchetti formativi differenziati (generalista, manager, sviluppatore);
  • portali interattivi e sezioni tematiche;
  • webinar e comunità di pratica;
  • partnership con i Digital Innovation Hubs europei, utili per PMI e organizzazioni pubbliche con risorse limitate.

Conclusioni: verso un’alfabetizzazione come dovere d’impresa

L’alfabetizzazione in materia di intelligenza artificiale non è più una buona prassi, ma una precisa responsabilità giuridica.
Chi impiega sistemi intelligenti è chiamato a costruire un ecosistema organizzativo in cui la consapevolezza tecnologica sia diffusa, verificabile e proporzionata al rischio.

La formazione rappresenta non solo una garanzia di compliance, ma uno strumento imprescindibile di governance aziendale. Chi oggi non investe in competenze, domani rischia sanzioni e contenziosi.


📌 Per maggiori informazioni sulle misure da adottare, si invita a consultare il repertorio ufficiale della Commissione europea: AI Literacy Repository.

error: Misure tecnologiche di protezione attive ex art. 11 WIPO Copyright Treaty, §1201 del DMCA, art. 6, dir. 29/2001/CE, art. 102-quater, l. 22 aprile 1941, n. 633, art. 171-ter, l. 22 aprile 1941, n. 633.