Lo scorso 9 aprile la Commissione Europea ha diffuso la Comunicazione COM(2025) 165 final – “AI Continent Action Plan” – un documento di significativa importanza che mira a portare l’Unione Europea in un ecosistema sovrano e competitivo nell’ambito dell’intelligenza artificiale (premere qui per leggerlo). Si tratta di una strategia composita, che coniuga sviluppo infrastrutturale, finanziamenti su larga scala, rafforzamento normativo e valorizzazione del capitale umano.
Con il presente contributo si mira a fornire un’analisi ragionata dei contenuti giuridico-politici più significativi.
1. Infrastrutture di calcolo ad alta capacità: AI Factories e AI Gigafactories
Cuore pulsante del Piano è la creazione di AI Factories e AI Gigafactories, poli strategici per la progettazione, l’addestramento e il perfezionamento di modelli di intelligenza artificiale di frontiera. Queste strutture saranno dotate di supercomputer ad alte prestazioni, collegate in rete tra loro e con i principali centri di ricerca, e alimentate da Data Labs in grado di fornire dataset settoriali interoperabili.
Le AI Gigafactories, in particolare, rappresentano un balzo infrastrutturale: saranno dotate di oltre 100.000 processori di intelligenza artificiale avanzati e sorgeranno su modello delle grandi collaborazioni scientifiche europee (si pensi al CERN). Il finanziamento è previsto tramite partenariati pubblico-privato, sotto l’egida del neonato InvestAI Facility, con una dotazione di 20 miliardi di euro.
2. Una strategia dei dati per l’intelligenza artificiale: la “Data Union”
Il Piano annuncia una Data Union Strategy, pensata per garantire accesso sicuro, equo e interoperabile a dati di alta qualità, oggi spesso frammentati o inaccessibili. I Data Labs all’interno delle AI Factories saranno i catalizzatori di questa strategia: offriranno strumenti per l’arricchimento e la condivisione di dataset (inclusi quelli sintetici), in linea con il Data Governance Act e rispettando le regole sul diritto d’autore.
Particolare attenzione è rivolta ai linguaggi (con l’iniziativa ALT-EDIC) e alla sanità (European Health Data Space), settori strategici sia per l’identità culturale europea sia per l’impatto sociale.
3. Strategie settoriali per l’adozione dell’intelligenza artificiale: la “Apply AI Strategy”
Per superare il ritardo europeo nell’adozione dell’intelligenza artificiale (al momento in cui scriviamo, solo il 13,5% delle imprese l’ha implementata), la Commissione lancia la Apply AI Strategy, che opererà su due assi:
- settori industriali prioritari (manifattura avanzata, difesa, biotech, energia, mobilità, ecc.);
- settore pubblico, con particolare focus su giustizia, sanità ed educazione.
In parallelo sarà adottata la AI in Science Strategy, per favorire l’impiego dell’intelligenza artificiale nella ricerca scientifica interdisciplinare.
4. Competenze e capitale umano: AI Skills Academy e attrazione dei talenti
Il Piano prevede la creazione della AI Skills Academy, un polo formativo europeo per lo sviluppo di percorsi specialistici in intelligenza artificiale (compresi dottorati, lauree e tirocini), con focus su intelligenza artificiale generativa.
La Commissione punta inoltre a trattenere ed attrarre talenti, anche da paesi terzi, attraverso visti agevolati, fellowship europee (MSCA Choose Europe), schemi di returnship per professioniste e una nuova EU Talent Pool.
5. Regolazione e semplificazione: piena attuazione dell’AI Act
Elemento normativo centrale del Piano è l’attuazione progressiva del Regolamento sull’intelligenza artificiale (AI Act), entrato in vigore il 1° agosto 2024 e pienamente applicabile entro agosto 2027. Il Piano prevede:
- AI Act Service Desk, un helpdesk europeo interattivo per imprese e pubbliche amministrazioni;
- sandboxes normativi nazionali, attive dal 2026, per sperimentare in ambienti controllati;
- sviluppo accelerato di standard tecnici e codici di condotta su modelli generativi.
Risulta del tutto evidente come l’obiettivo sia favorire l’adeguamento normativo delle PMI e garantire certezza del diritto, senza appesantire il carico regolatorio.
Una sfida che non è solo tecnica, ma giuridica e culturale. Perché un’intelligenza artificiale davvero “trustworthy” nasce da un ecosistema che coniuga innovazione e diritti fondamentali, tecnologia e democrazia. E in questo, l’Unione Europea può – e deve – fare scuola.
Daniele Giordano
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