Cyberminacce in crescita: maggio nero per la sicurezza digitale in Italia

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Panorama cyber di maggio 2025: escalation delle minacce e nuove vulnerabilità

Il report mensile dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (premere qui per leggere) evidenzia un maggio 2025 particolarmente critico per il tessuto digitale italiano. L’incremento del 23% degli eventi cyber registrati (201 rispetto ad aprile) rappresenta un campanello d’allarme significativo, soprattutto per l’elevata concentrazione nei settori finanziario, delle telecomunicazioni e della vendita al dettaglio.

Crescita dei ransomware: l’Università di Roma Tre tra le vittime

Tra i dati più allarmanti, spiccano i 17 attacchi ransomware identificati, in aumento del 20% rispetto alla media semestrale. Di rilievo l’incursione del gruppo INC1 contro l’infrastruttura dell’Università di Roma Tre, con potenziali compromissioni alla riservatezza dei dati accademici e amministrativi. Un attacco che mette a nudo la vulnerabilità del settore universitario, storicamente esposto a cyberaggressioni sofisticate ma sottoprotetto sul piano infrastrutturale.

Sofisticazione degli attacchi: phishing, credenziali in vendita e botnet

Il phishing mirato ha coinvolto oltre 300 messaggi malevoli partiti da una casella compromessa di un operatore del comparto energetico, a conferma di una strategia criminale sempre più ingegnerizzata e mirata. Parallelamente, è stato segnalato il commercio illecito di credenziali bancarie, potenzialmente in grado di consentire accessi fraudolenti a conti correnti personali.

In tale contesto si inserisce l’Operation Endgame, coordinata da Europol ed Eurojust, che ha colpito botnet strategiche (IcedID, Smokeloader, Bumblebee) attraverso il sequestro di oltre 100 server e 2.000 domini. Un’operazione che, se da un lato rappresenta un successo operativo, dall’altro conferma l’ampiezza dell’infrastruttura criminale a disposizione degli attaccanti.


Vulnerabilità sistemiche: i prodotti sotto attacco

Nel mese di riferimento sono state pubblicate 4.262 nuove vulnerabilità (CVE), 14 delle quali già oggetto di sfruttamento attivo. Particolarmente gravi le seguenti criticità:

  • Mozilla (Firefox): due vulnerabilità 0-day con impatto sistemico stimato superiore a 83/100.
  • Microsoft: debolezza nella gestione dei dMSA in Windows Server 2025, ancora priva di patch correttiva.
  • Samsung MagicINFO: exploit attivo in rete capace di compromettere il server tramite upload arbitrari.
  • Fortinet: bypass dell’autenticazione per chi dispone di credenziali amministrative.
  • Asus: backdoor persistente nei router, con rischio di controllo permanente da remoto.

La superficie di attacco si è ulteriormente ampliata con l’identificazione di asset potenzialmente compromessi pari a 2.171 (+1.745 rispetto ad aprile), e 532 asset vulnerabili (+243).


Tattiche d’attacco e nuovi vettori

Il documento evidenzia una convergenza nei vettori più comuni:

  • campagne malevole veicolate da e-mail;
  • sfruttamento di vulnerabilità note (in particolare con PoC pubblici);
  • uso di credenziali compromesse con accessi non autorizzati.

L’Exploit Prediction Scoring System (EPSS) ha individuato tre vulnerabilità con elevata probabilità di sfruttamento immediato:

  1. Apache Tomcat (CVE-2025-24813) – EPSS 0.93
  2. Langflow (CVE-2025-3248) – EPSS 0.96
  3. Kubernetes Ingress-NGINX (CVE-2025-1974) – EPSS 0.87

Monitoraggio proattivo e comunicazioni operative

Il CSIRT Italia ha emesso 3.440 comunicazioni dirette e 51 alert pubblici. Le attività di monitoraggio hanno riguardato anche prodotti come:

  • ConnectWise ScreenConnect (Code Injection);
  • SysAid (Bypass autenticazione e RCE);
  • Craft CMS (Remote File Upload tramite deserializzazione Yii);
  • Samsung MagicINFO (upload arbitrario di file malevoli in Tomcat).

L’azione tempestiva dell’Agenzia ha permesso la segnalazione e il contenimento di dispositivi esposti appartenenti a soggetti italiani, con l’obiettivo di arginare tempestivamente compromissioni gravi.


Necessità di resilienza digitale strutturale

Il quadro delineato nel report ACN di maggio 2025 non è solo statisticamente allarmante, ma richiama alla necessità impellente di rafforzare i presidi cyber in modo sistemico. La crescente interconnessione tra settori critici e la natura evolutiva delle minacce impongono un approccio anticipatorio e multilivello, in cui la gestione del rischio non sia più un’opzione, ma un obbligo operativo e giuridico.

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