Uguaglianza e intelligenza artificiale: la nuova proposta europea

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La Commissione europea ha presentato una proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che l’Unione dovrà assumere nel processo di adozione della Raccomandazione del Consiglio d’Europa sull’uguaglianza e l’intelligenza artificiale (premere qui per leggere). Il documento rappresenta un passaggio di rilievo nella costruzione di un quadro europeo coerente in materia di diritti fondamentali e tecnologie emergenti.


Il contesto europeo

Il Consiglio d’Europa, attraverso il Comitato dei Ministri, è in procinto di approvare una Raccomandazione volta a promuovere l’uguaglianza – inclusa quella di genere – e a contrastare la discriminazione derivante dall’uso dei sistemi di intelligenza artificiale.

Questa iniziativa si innesta sul più ampio Framework Convention on Artificial Intelligence, Human Rights, Democracy and the Rule of Law, adottato nel 2024, che impone obblighi vincolanti per garantire che lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale siano compatibili con i principi democratici e con la tutela dei diritti.

La Raccomandazione, sebbene non vincolante, mira a orientare gli Stati membri nella predisposizione di politiche e misure concrete, con la possibilità per il Comitato dei Ministri di chiedere aggiornamenti sulle azioni intraprese dai governi.


Il rapporto con l’AI Act

Elemento centrale della proposta della Commissione è garantire che la Raccomandazione del Consiglio d’Europa sia coerente con il diritto dell’Unione, in particolare con il Regolamento (UE) 2024/1689 (AI Act).

L’AI Act ha già introdotto un corpus normativo armonizzato, basato su un approccio proporzionato e sul principio di fiducia, disciplinando la messa in commercio, la messa in servizio e l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale nell’Unione.

La posizione dell’Unione si articola attorno a quattro condizioni essenziali:

  • evitare che la Raccomandazione introduca obblighi ulteriori o più gravosi rispetto a quelli previsti dall’AI Act;
  • assicurare coerenza terminologica e sostanziale con il quadro normativo europeo;
  • mantenere garanzie di revisione umana e ricorso coerenti con quanto già stabilito dall’AI Act e dalla Convenzione del Consiglio d’Europa;
  • allineare l’elenco dei settori sensibili a quelli qualificati come ad alto rischio dall’AI Act.

Le implicazioni giuridiche

Dal punto di vista del diritto dell’Unione, la base giuridica della decisione si fonda sugli articoli 114 e 218, par. 9, TFUE. In particolare, la Raccomandazione, pur priva di forza vincolante, può incidere in modo determinante sull’attuazione e sull’interpretazione del diritto europeo, influenzando gli standard tecnici e i codici di condotta previsti dal regolamento.

L’Unione, che non è membro del Consiglio d’Europa ma partecipa ai lavori tramite i propri Stati membri, dovrà quindi parlare con una sola voce, garantendo unità di azione e preservando l’integrità dell’acquis comunitario.


Un passo verso un ecosistema giuridico più solido

La proposta dimostra come il tema dell’uguaglianza nell’uso dell’intelligenza artificiale sia ormai un pilastro delle politiche europee. La crescente consapevolezza del rischio di discriminazioni algoritmiche impone un rafforzamento degli strumenti di prevenzione e tutela, non solo a livello nazionale ma anche internazionale.

Il raccordo tra la Convenzione del Consiglio d’Europa, l’AI Act e la nuova Raccomandazione può contribuire a costruire un ecosistema normativo multilivello, capace di coniugare innovazione, competitività e diritti fondamentali.

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